di Marco Giani

La lettura di alcune pagine della storia di Sorrento scritta qualche anno fa da Antonino Cuomo può farci capire con uno specifico esempio locale quanto accadde in tutta Italia dopo il 1945, ossia come lo sport femminile, controllato e sostenuto dal regime fascista durante il Ventennio, venne rimesso in piedi nell’Italia finalmente democratica e repubblicana. Il caso della città della Penisola Sorrentina è significativo perché ci troviamo lontano dalle grandi città del Nord e pure da quella Toscana in cui, assieme all’Emilia-Romagna, le forze della sinistra (Fronte della Gioventù, Associazione Ragazze Italiane, UISP) avevano preso e tenevano saldamente in mano le redini della rinascita. Nel Meridione d’Italia, abbandonato a sé pure in questo campo, ci si arrangiava come si poteva, andando a recuperare per altro sportive e forze (allenatori, dirigenti) che durante il Ventennio erano state parte attive dello sport dell’associazionismo di regime. Un fenomeno che può farci vedere non tanto la rottura non il periodo precedente, quanto la continuità, ben rappresentata dal fatto che la locale squadra di calcio giocava ora nel Campo Italia, un tempo Campo Littorio.

In epoca fascista la gioventù di Sorrento aveva conosciuto una prima sportivizzazione: la città mandava i propri rappresentanti ai Littoriali dello Sport e alla Coppa Scarioni di nuoto, e venivano praticati canottaggio, basket, atletica leggera, tennis, calcio. Quando, fra 1945 e 1946, l’attività sportiva cittadina riprese, ci si accorse subito di quanto gli impianti disponibili fossero carenti: durante il Ventennio era stato costruito il solo Campo Littorio per il calcio, a fianco del quale, in uno spiazzo, era stato improvvisato un campo di pallacanestro. Nel 1947 «nel cortile interno dell’edificio scolastico di via Vittorio Veneto fu realizzato un campetto di basket (utilizzando i “cesti” che il Comitato Provinciale della FIP aveva installato nei vecchi campi di tennis della Villa Comunale per un torneo estivo)». Successivamente «la Polisportiva Sorrento realizzò il campo sui cisternoni romani di palazzo Spasiano […], intitolandolo a Sandro De Lizza, ex giocatore di basket caduto in guerra»[1].

E le ragazze? In epoca fascista la squadra femminile di pallacanestro era stata composta fra le altre da Rosetta Ercolano, Laura Fattorusso, Maria Paolotti, Lillina Pollio, le sorelle Else e Adda Cacace»[2]: Maria Paolotti, dal canto suo, partecipava in quel periodo anche a gare di nuoto assieme a Claudia Fattorusso[3], che – data anch’essa come cestista da Cuomo – possiamo ipotizzare fosse sorella o cugina di Laura.

Si tratta di nominativi da ricordare, perché alcune di queste donne verranno chiamate a sostenere la rinascita dello sport cestistico dopo la caduta del regime. Nel marzo 1949, infatti, l’ing. Antonino Cesaro (durante il Ventennio nuotatore e cestista) fondò la Polisportiva Sorrento «con l’intento di promuovere il basket, iniziando dal settore femminile (forse ritenendo che potesse ottenere maggior richiamo)» [4]. Così «furono invitate alcune giocatrici della squadra che lo stesso ing. Cesaro aveva allenato negli anni Trenta ed ancora idonee e disponibili: Maria Paolotti e le sorelle Else e Adda Cacace. Ad esse furono aggiunte Pina Schisano, Titina Ercolano, Maria Cuomo, Luisa Casola, Giovannella Fiorentino, Laura Cappuro ed altre ragazze. Gli allenamenti cominciarono subito per prepararci a partecipare al campionato di Prima Divisione. Nei giorni di allenamento bisognava prima tracciare il campo e poi iniziare gli esercizi, perché si era su “terra battuta” e la frequenza da parte dei bambini, nell’orario scolastico, cancellava tutte le linee del campo di basket. E si dovette affrontare un altro ostacolo: l’opposizione di alcuni genitori a fare indossare alle atlete il pantaloncino corto. Si fece ricorso alla “gonna pantalone” che superò ogni ostacolo!» [5].

La prima partita della Polisportiva Sorrento femminile venne giocata contro il CUS Napoli nel marzo 1949, mentre nell’ottobre dello stesso anno venne inaugurato il Campo Sandro De Lizza, ma già nel 1951 la Polisportiva terminò la sua attività[6]. Nel 1952 «ripresero gli allenamenti femminili al Sandro De Lizza, con innesto di nuove ragazze (una quindicina di nuovi elementi) che, con costanza e assiduità, s’impegnarono ad apprendere gli elementi base del basket. A fianco a Maria Cuomo, Titina Ercolano, Pina Schisano e Laura Cappuro, si aggiunsero Giuliana Gargiulo, Ninì Campa, Teresa e Ottavia Di Leva, Gabriella Franchi, Vera Gammino, Maria Luisa Gargiulo, Mariella Iacono, Nora Savarese, Annamaria e Renata Amati e tante altre»[7]. Come era già accaduto durante il Ventennio, anche nei primi anni Cinquanta alcune cestiste come Maria Cuomo e Giuliana Gargiulo si dilettavano anche nel nuoto[8]. Antonino Cuomo (che della Polisportiva Sorrento era stato dirigente) riporta a questo punto un gustoso episodio di cui è stato non solo testimone oculare ma pure protagonista attivo, episodio interessante dal punto di vista storico perché testimonia l’emergere di momenti promiscui, in cui, nonostante il persistere di mille fobie tipiche della società italiana dell’epoca sul tema della promiscuità, giovani sportivi e sportive potevano giocare insieme, con tanto di handicap di genere pensato per riequilibrare il risultato finale: «Spesso le due compagini [quella maschile e quella femminile] s’incontravano e si … sfidavano. Ricordo uno di questi confronti, verificatosi il 7 aprile 1953, e, attribuendo alle ragazze un punteggio triplo di quello normale (6 contro 2), la squadra femminile prevalse 88 a 87. Per la verità, essendo dopo il primo tempo gli uomini in vantaggio 25 a 18, entrai io [=Antonino Cuomo] nella squadra femminile per dare un maggiore sostegno e ordine di gioco e per dovere di …. cavalleria verso il gentil sesso»[9].

Significativamente, anche la squadra d’inizio Cinquanta non durò a lungo: Cuomo, purtroppo, non ci spiega né quando né soprattutto perché dovette chiudere i battenti, ma si limita a dirci che l’attività cestistica femminile a Sorrento riprese, grazie ad una squadra giovanile, solamente durante la stagione 1965/1966[10]. Altri tempi, in cui ormai i venti che soffiavano su tutta la società italiana affascinavano anche le giovani locali, appartenenti ormai ad un’altra generazione rispetto alle pioniere dell’immediato Secondo Dopoguerra.

Fotografia di copertina: Piazza Tasso, Sorrento, negli anni Cinquanta. Fonte: https://bit.ly/3ClrRnN .


[1] Antonino Cuomo, Sorrento, 1946-2007, vol. I., Nicola Longobardi Editore, Castellammare di Stabia, 2009,  pp. 171-172.

[2] Cuomo, Sorrento, 1946-2007, cit., p. 172.

[3] Cuomo, Sorrento, 1946-2007, cit., p. 209.

[4] Cuomo, Sorrento, 1946-2007, cit., p. 193.

[5] Cuomo, Sorrento, 1946-2007, cit., p. 193. La fotografia è visibile all’indirizzo https://www.positanonews.it/2021/01/il-doodle-di-oggi-ci-ricorda-la-nascita-del-basket-storia-sorrentina-di-questo-sport/3457157/ .

[6] Cuomo, Sorrento, 1946-2007, cit., p. 193.

[7] Cuomo, Sorrento, 1946-2007, cit., p. 194.

[8] Nel 1951, in occasione di una gara di nuoto femminile, vennero assegnati dei premi a Maria Cuomo, Antonella Bonghi e Giovanna D’Esposito nella categoria “Ondine” (dai 15 anni in su), e a Giuliana Gargiulo nella categoria “Sirenette” (fino a 14 anni). Negli anni successivi emerse fra le “Ondine” anche Ninì Ciampa: vd. Cuomo, Sorrento, 1946-2007, cit., p. 210.

[9] Cuomo, Sorrento, 1946-2007, cit., p. 194.

[10] Cuomo, Sorrento, 1946-2007, cit., p. 194.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *