di Edoardo Petagna

Confesso, senza alcuna vergogna, che non ho ancora capito il meccanismo della nuova Champions League, quella che da mesi la pubblicità televisiva ci sta anticipando, propinandoci improbabili e attempati scrutatori dei mari, che osservano l’orizzonte con cannocchiali degni di Leonardo da Vinci; signorine bellocce e accattivanti, emuli di Napoleone; giocatori travestiti da corsari che urlano: “Vamos a ganar!” oppure: “Il vichingo!” – il quale sembra stia accovacciato ad espletare un bisogno impellente. E ancora, il portiere del Milan, che vede caravelle coi colori delle squadre di calcio che cannoneggiano ogni sorta di pallone e grida: “E’ mia!” e si tuffa a respingere; un Di Canio, vecchio volpone, che srotola carte nautiche e, apoteosi finale, nel cielo, compare una costellazione a forma della Coppa dalle grandi orecchie. Buon Dio, che confusione! E il tifoso, travolto e sommerso da tutta questa sceneggiata, avverte anche lui il bisogno impellente di abbonarsi alla pay tv di turno per non perdere nessuna delle 203 partite che verranno disputate; proprio così, 203 incontri di calcio dal 17 settembre 2024 a tutto maggio 2025. Perché, parliamoci chiaramente, è tutta una questione di soldi ed aver imbarcato, per le nazioni calcisticamente prevalenti nel ranking europeo, cinque squadre è solo una questione di business. La chiamano Champion League, ma una squadra che è arrivata quinta nel proprio campionato di cosa è Campione?

E allora, facciamo un passo indietro con la memoria e torniamo a quando la Coppa se la disputavano le squadre europee vincenti i rispettivi campionati nazionali di calcio. Una e una sola squadra per ciascun Paese più, al massimo, la vincente della Coppa della precedente stagione.

L’idea di realizzare un torneo europeo balenò, nel novembre del 1954, al giornalista, ex calciatore, Gabriel Hanot, inviato speciale del quotidiano sportivo francese l’Equipe. Un’idea molto semplice: una competizione, un “Championnat d’Europe interclubs”, con una squadra per Federazione, incontri di andata e ritorno, ed eventuale patrocinio dell’Eurovisione.

Il direttore dell’Equipe, Marcel Oger, gradì subito la proposta e pubblicò ed inviò la bozza di regolamento a tutte le federazioni calcistiche europee, alla FIFA e all’UEFA. Inizialmente le risposte furono tiepidine; soltanto il presidente della Fifa, il belga R. W. Seeldrayers, mostrò interesse per il progetto, affermando che la competizione appariva estremamente interessante e che, a suo avviso, avrebbe potuto riscuotere un certo successo. L’unica raccomandazione fu quella di conciliare le date degli incontri con i calendari dei campionati nazionali,

Il 2 marzo 1955, Hanot presentò personalmente il progetto alla prima assemblea plenaria dell’Uefa. L’UEFA si tirò fuori, rivendicando la propria competenza solo per gli incontri tra Nazionali, ma Gustav Sebes, padre della grande Ungheria, e Santiago Bernabeu, presidente del Real Madrid, raccolsero la sfida. Ai primi di aprile, si tenne a Parigi un meeting tra i vertici di sedici importanti club europei; per l’Italia c’era il Milan.

I partecipanti si trovarono d’accordo nel varare la nuova competizione; presidente del comitato organizzatore venne eletto il francese Bedrignans, mentre Bernabeu e Sebes assunsero la carica di vicepresidenti. Dinnanzi al fatto compiuto, la FIFA e l’UEFA diedero la loro benedizione e, il 21 maggio, il massimo organismo calcistico europeo varò la nuova competizione, che si sarebbe chiamata “Coppa dei Club Campioni

Il 4 settembre 1955, a Lisbona si giocò Sporting Lisbona-Partizan Belgrado, match inaugurale della competizione. La prima Coppa dei Campioni, giocata nella stagione 1955-56, si concluse con la vittoria del Real Madrid, che poi la vinse per  quattro volte di seguito, nelle stagioni 1956-57, 1957-58, 1958-59, 1959-60. In seguito, nel 1960-61 e 1961-62, fu il Benfica – squadra dal nome con un suffisso scandaloso e scomodo che, nell’Italia bacchettona di allora, veniva bypassato pudicamente con la locuzione ‘la squadra lusitana’ – ad aggiudicarsela. E finalmente, nel 1963, 1964, 1965 e 1969 ci fu gloria anche per il Milan e per l’Inter.

Il Milan vinse il trofeo nel 1963, sconfiggendo nella finale di Londra il Benfica. Al gol, segnato nel primo tempo da Eusebio (nativo della ex colonia portoghese del Mozambico e soprannominato la Pantera nera), replicò con una doppietta Altafini, magistralmente lanciato da un giovanissimo Gianni Rivera. La squadra rossonera replicò la vittoria nel 1969, battendo per 4 a 1 l’Ajax di Amsterdam, dove stava nascendo il mito di uno dei più grandi giocatori della storia del calcio, Johan Cruijff.

Combattutissime partite contro il Celtic di Glasgow, il Manchester United di Bobby Charlton e Nobby Stiles; i gol di Pierino Prati, di Sormani, le parate miracolose di Cudicini.

Cesare Maldini e Nereo Rocco – Londra 1963

L’Inter vinse la sua prima Coppa dei Campioni nel 1964, battendo a Vienna il Real Madrid per 3 a 1, con una doppietta di Sandro Mazzola ed un gol di Milani.

Il primo trofeo vinto dall’Inter di Moratti – Vienna 1964

L’anno successivo, bissò il titolo. In semifinale, l’epica partita di ritorno contro il Liverpool che aveva vinto l’andata per 3 a1. All’ottavo minuto l’1-0, con una magistrale punizione a giro del “piede sinistro di Dio”, Mario Corso. Un minuto dopo, il leggendario gol di rapina di Joaquim Peirò. E poi, il 3-0, segnato da Giacinto Facchetti che s’involò dalla difesa, senza palla, la raccolse al limite dell’area avversaria e, con un destro magistrale, trafisse il portiere inglese e regalò la qualificazione alla finale.

La finale contro il Benfica, fu giocata a Milano, sotto una pioggia torrenziale; l’unico gol fu segnato da Jair

La formula a eliminazione diretta durò fino al 1991, poiché nella stagione seguente, 1991-92, le semifinali vennero disputate con due gironi di quattro squadre. Scoperta la gallina dalle uova d’oro, con la partecipazione di ricchi sponsor e la vendita dei diritti televisivi, il meccanismo della Coppa dei Campioni fu stravolto. Dal 1993-94, i gironi all’italiana vennero portati a livello di quarti di finale e, dal 1997, cadde, definitivamente, il diritto di partecipazione dei soli clubs vincitori del campionato nazionale, aprendo la porta anche alle seconde classificate e, successivamente, per i paesi calcisticamente maggiori, alle prime quattro; quest’anno anche alle quinte.

Martedì 17 settembre 2024: si aprano le danze e che lo show abbia inizio !!!

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