di Sergio Giuntini

Mentre l’atletica leggera italiana si dibatte in una crisi morale e di risultati senza precedenti, a portarle un raggio di sole che ne rischiari il cielo plumbeo provvede Ennio Buongiovanni. L’artefice di piste, pedane e sogni. Poesie d’atletica (La vita felice, 2015, Euro 10), edito col sostegno determinante del Comitato Regionale Lombardo della FIDAL, che si ripropone brillantemente dopo il pregevole E poi lo sparo. 100 poesie di atletica del 2008.

In questa nuova silloge Buongiovanni conferma appieno la sua autentica cifra autoriale.Una poesia che si alimenta d’ironia ed autoironia, apparente leggerezza e sottile malinconia, delicato ricordo, sconfinando talvolta in una sua densa, personale “spoon river”. A simili toni, mai appesantiti da quell’enfasi epico-retorica che spesso connota negativamente il poetare a tema sportivo, in questa sua specifica raccolta Buongiovanni somma il “valore aggiunto”  d’una speciale attenzione rivolta all’atletica al femminile.

Ad Annarita, Assuntina, Kira, Jarmila e “alle ragazze del cross della pista e della strada” è dedicato il libro e, a riprova, basti il seguente saggio di elegante sensibilità: ”Le ragazze che corrono nel parco/ hanno margherite negli occhi/ primule sulla bocca/ viole nei capelli./ Così tutto fiorito/ il parco è in primavera./ Anche se è in inverno”.

Di rara efficacia anche questo passaggio in cui prevale il suo gusto ironico: “La medaglia porta incisa una data antica./ Lui ricorda un giorno di nebbia/ proprio come oggi che di quella data/ ha ricordi annebbiati”. Avvolti da uno struggente velo di malinconia appaiono invece questi suoi altri versi: “Era la sua ultima corsa/ poi avrebbe lasciato./ La linea del traguardo/ era sotto un fascio di luce/ là, in fondo al rettilineo./ Doveva raggiungerla/ superarla da vincitore/ ancora una volta/ ancora una volta./ E poi?/ Cosa avrebbe trovato oltre la linea/ nel buio oltre la luce?”.

E  infine, ecco un riuscito esempio dell’accorata “spoon river” atletica di Buongiovanni: “Su un cenotafio di Dresda si legge:/ “Rudolf Harbig 1913-1944./ Solo i dimenticati sono morti”./ Sulle corsie dell’Arena/ ogni 15 luglio/ si tiene la rivincita/ sugli 800 metri. Tra Harbig e Lanzi”.

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