di Sergio Giuntini
Giordano Bruno è il filosofo rinascimentale che credendo in un universo infinito, e così contraddicendo il geocentrismo dominante di matrice aristotelico-tolemaica, pagò con la vita la sua eresia. Condannato dal tribunale della Santa Inquisizione, venne infatti arso sul rogo in Campo dei Fiori, a Roma, il 17 febbraio 1600.
Da qui la sua fama di martire del libero pensiero, di vittima d’una religione incapace di rapportarsi con la scienza. Ma la filosofia di Bruno riserva molte sorprese e le sue opere offrono degli interessanti spunti anche a chi, sapendo leggerlo tra le righe, si occupi di storia e cultura dell’atletica leggera. Uno dei suoi testi più famosi, De gli eroici furori (1585), preconizza la moderna idea di record, performance, primato.
Il filosofo, per Bruno, è appunto il furioso assetato d’infinito che andando al di là d’ogni limite, impegnandovi allo spasimo non solo la mente, ma anche corpo, muscoli, tendini, lo trova grazie – appunto – ad un eroico furore. Bruno è sempre in lotta con se stesso, perennemente teso al superamento dei confini che la natura sembra imporre alle cose e all’uomo.
Straordinarie poi, se rapportate all’epoca cui risalgono, sono queste testuali considerazioni svolte all’interno dell’altra sua opera celeberrima intitolata La cena delle ceneri (1584): <<Quamtumque non sia possibile arrivar al termine di guadagnar il palio: correte pure, e fate il vostro sforzo, in una cosa de sì fatta importanza, e resistete sin all’ultimo spirito. […] Non solo è degno d’onore quell’uno c’ha meritato il palio: ma ancor quello e quel altro, ch’a sì ben corso ch’è giudicato anco degno e sufficiente de l’aver meritato, ben che non l’abbia vinto>>.
In esse si ravvisa una straordinaria prefigurazione della citazione erroneamente attribuita a Pierre De Coubertin, ma in realtà da lui semplicemente ripresa ricavandola da un sermone tenuto dal Vescovo di Pennsylvania durante le Olimpiadi di Londra del 1908, secondo cui nello sport l’importante non è vincere bensì partecipare. Che altro aggiungere: chapeau, grande, infinito Bruno.