di Edoardo Petagna

Così come per il mondiale di Spagna del 1982, per narrare quello del 2006, in Germania, occorre partire da un antefatto, ossia dal cosiddetto scandalo Calciopoli che si concluse nel Luglio del 2006 con le sentenze definitive della giustizia sportiva. La Juventus fu retrocessa in Serie B, alcune squadre di serie A, tra cui Milan, Lazio e Fiorentina, furono penalizzate in termini di punti in classifica e alcuni dirigenti calcistici e arbitri federali furono radiati dagli albi di categoria.

Il reato contestato era l’illecito sportivo, consumato in concorso tra dirigenti sportivi e i designatori arbitrali, per ottenere nelle partite del campionato arbitri considerati benevoli o di favore. Il 4 luglio 2006, furono rese note le richieste dell’accusa: retrocessione in Serie B di Juventus, Fiorentina, Lazio e Milan,con 6, 15, 15 e 3 punti di penalizzazione e radiazione per i principali dirigenti e gli arbitri coinvolti.

Nel marzo del 2006, gli Stati Uniti annunciarono la chiusura del carcere di Abu Ghraib a Baghdad, diventato tristemente famoso per lo scandalo delle sevizie ai prigionieri iracheni. Il carcere era nato in seguito alla seconda guerra del Golfo, scatenata nei primi mesi del 2003 da George W. Bush contro l’Iraq di Saddam Hussein.

In America Latina, la socialista Michelle Bachelet divenne la prima donna a diventare presidente del Cile. In Bolivia, Evo Morales fu il primo indio alla guida della Repubblica.

Il 4 febbraio Mark Zuckerberg, Edoardo Saverin, Dustin Moskovitz e Chris Hughes lanciarono Facebook, primo social network, originariamente concepito solo per gli studenti di Harvard.

Il 15 maggio, il Commissario tecnico della Nazionale italiana, Marcello Lippi, rende noti i nomi dei ventitré giocatori convocati per il Mondiale: 1 Gianluigi Buffon (Juventus); 2 Cristian Zaccardo (Palermo); 3 Fabio Grosso (Palermo); 4 Daniele De Rossi (Roma); 5 Fabio Cannavaro (Juventus); 6 Andrea Barzagli (Palermo); 7 Alessandro Del Piero (Juventus); 8 Gennaro Gattuso (Milan); 9 Luca Toni (Fiorentina); 10 Francesco Totti (Roma); 11 Alberto Gilardino (Milan); 12 Angelo Peruzzi (Lazio); 13 Alessandro Nesta (Milan); 14 Marco Amelia (Livorno); 15 Vincenzo Iaquinta (Udinese); 16 Mauro German Camoranesi (Juventus); 17 Simone Barone (Palermo); 18 Filippo Inzaghi (Milan); 19 Gianluca Zambrotta (Juventus); 20 Simone Perrotta (Roma); 21 Andrea Pirlo (Milan); 22 Massimo Oddo (Lazio); 23 Marco Materazzi (Inter). 

https://www.ilcalcio.net/

Il luogo del ritiro azzurro è Duisburg, città nel Nord-Reno Vestfalia, dove gli italiani sono una delle comunità straniere più folte. Il Landhaus Milser Hotel è gestito da italiani, dispone di un grande parco, di una sala per la fisioterapia e di un’altra per lo staff medico. Nel centro sportivo di Duisburg ci sono tre campi in erba, due in terra, uno in sintetico, una grande palestra coperta, tre sale per i medici e i fisioterapisti, un’aula tecnico-tattica ed anche una vasca per il recupero infortunati; in alternativa, si può utilizzare lo stadio del Duisburg.

La Nazionale italiana si appresta ad affrontare la competizione in un clima di tensione e di paura; la stampa italiana getta benzina sul fuoco delle polemiche di Calciopoli; quella tedesca ancor di più, dando maggiore pressione a una squadra, quella azzurra, che ha spesso fatto naufragare le ambizioni di vittoria germaniche. Con la Germania, qualificata come paese organizzatore, sono presenti le grandi Nazionali europee, ovvero Inghilterra, Olanda, Francia, Italia, Spagna Portogallo e Svezia; è assente la Grecia, campione d’Europa in carica, che non è riuscita a qualificarsi. Tra le squadre sudamericane, ci sono Brasile,  Argentina, Ecuador e Paraguay. Tra quelle africane, Angola, Costa d’Avorio, Togo, Ghana e Tunisia. Infine, Australia, Giappone, Corea del Sud, Stati Uniti e Messico. Per la prima volta, la squadra che detiene il titolo, il Brasile, non è ammessa di diritto ma partecipa anch’essa alla fase di qualificazione. Il Comitato Organizzatore è presieduto da Franz Beckenbauer e Horst Schmidt. La Germania spera che il Mondiale di calcio dia un nuovo impulso all’economia del Paese che versa in una grave stagnazione economica. Per l’occasione sono stati realizzati alcuni impianti calcistici, come l’Allianz Arena di Monaco; altri sono stati ammodernati, come l’Olympiastadion di Berlino, lo Zentralstadion di Lipsia e l’Aol Arena di Amburgo.

Allianz Arena di Monaco di Baviera
 
Olympia Stadium di Berlino
 
https://www.archweb.it/dwg/sport_giochi/calcio/mondiali_germany_2006/stadi_germany_2006.htm

L’Adidas è il principale sponsor del mondiale. L’azienda tedesca, fondata nel 1920 da Adolf, Adi, Dassler, e battezzata con le sue iniziali Adi-Das, è fornitore ufficiale della manifestazione ed ha massicciamente investito sul Mondiale tedesco, puntando sulla vittoria dei padroni di casa. E’ Adidas il pallone ufficiale, il Teamgeist, e l’azienda conta di venderne almeno dieci milioni di esemplari che, insieme con abbigliamento e accessori vari, dovrebbero dar luogo a un giro di mercato di oltre un miliardo di euro.

Tra gli altri sponsor ufficiali c’è la Budweiser, produttrice di birra, e la legge spietata della Fifa colpisce in modo grottesco. In un incontro della prima fase, un numeroso gruppo di tifosi olandesi si reca allo stadio indossando pantaloni con il nome e il logo della birra olandese Bavaria; i tifosi sono ammessi allo stadio a patto di cambiare i pantaloni. Markus Siegler, responsabile della Comunicazione della Fifa, afferma: “I tifosi possono indossare ciò che vogliono. Se però un’azienda fornisce una grande quantità di capi di abbigliamento e si fa pubblicità, questo non è tollerabile.” I tifosi restano in mutande !!

Il 9 giugno, a Monaco di Baviera, scende in campo la Germania che è tra le grandi favorite del torneo. Il Costarica è sconfitto con uno spettacolare 4-2, e i tedeschi lanciano chiaro e forte il segnale: ci siamo e vogliamo andare fino in fondo !

Hannover 12 giugno 2006, Italia-Ghana 2-0

Italia : Buffon; Zaccardo, Nesta, Cannavaro, Grosso; Perrotta, Pirlo, De Rossi; Totti (56esimo Camoranesi); Gilardino (64esimo Iaquinta), Toni (82esimo Del Piero)

Ghana: Kingston; Pantsil, Mensah, Kuffour, Pappoe (46esimo Shilla); E.Addo; Muntari, Essien, Appiah; Gyan Asamoah (89esimo Tachie-Mensah), Amoah (68esimo Pimpong)

Arbitro: Simon (Brasile)

Reti: 40esimo Pirlo, 83esimo Iaquinta.

L’esordio dell’Italia è abbastanza tranquillo e, dopo una traversa di Toni ed un’occasione per i nostri avversari, Pirlo, al 40esimo, porta in vantaggio l’Italia. Durante il secondo tempo, entrano Camoranesi per Totti, Iaquinta per Gilardino e Del Piero al posto di Toni. All’83esimo, un retropassaggio sbagliato del portiere ghanese mette Iaquinta in condizione di segnare il due a zero che chiude la partita. Un lampo di serenità nella tempesta di Calciopoli che incombe sul calcio italiano.

Il 17 giugno, l’incipit del telecronista di Sky, Fabio Caressa, prima dell’inizio della seconda partita dell’Italia contro gli Stati Uniti d’America:

Abbiamo sofferto con loro e per loro, abbiamo cantato le loro canzoni, abbiamo visto ed amato i loro film, abbiamo mangiato i loro panini, li abbiamo visti volare a canestro e raggiungere la Luna; ma il calcio è un’altra cosa…nel calcio vogliamo comandare noi !

Kaiserslautern, 17 giugno 2006, Italia – Usa 1-1

Italia: Buffon; Zaccardo (54esimo Del Piero), Nesta, Cannavaro, Zambrotta; Perrotta, Pirlo, De Rossi; Totti (34esimo Gattuso); Gilardino, Toni (62esimo Iaquinta).

Stati Uniti: Keller; Cherundolo, Pope, Onyewu, Bocanegra; Dempsey (62esimo Beasley), Mastroeni, Reyna, Convey (52esimo Conrad); Donovan, McBride.

Arbitro Larrionda, Uruguay

Reti: 22esimo Gilardino, 27esimo Zaccardo(autorete)

La Nazionale italiana si complica il cammino verso gli ottavi di finale disputando una scialba partita contro gli Stati Uniti, reduci dalla sconfitta per 3-0 rimediata contro la Repubblica Ceca. L’Italia passa in vantaggio al 22esimo, con una punizione di Pirlo scagliata in rete, di testa, da Gilardino. Al 27esimo, gli Stati Uniti pareggiano con uno sfortunato autogol di Zaccardo che, vicino alla porta azzurra, su  una punizione tirata da Reyna, colpisce malamente al volo, svirgolando il pallone e mettendolo nella propria rete. Un minuto dopo, l’arbitro Larrionda decreta l’espulsione di De Rossi che colpisce McBride con una gomitata al volto. Alla fine del primo tempo, le due formazioni ritornano in parità numerica per l’espulsione di Mastroeni, che entra fallosamente alle spalle di Pirlo. Nel secondo tempo viene espulso anche Pope per doppia ammonizione, dopo un fallo su Gilardino. L’incontro termina col risultato di 1 a 1 e, qualche giorno dopo, arriva il verdetto per De Rossi: quattro giornate di squalifica. I turni sarebbero dovuti essere cinque, ma la Fifa applica lo sconto di pena per premiare il giocatore che ha inviato una lettera di scuse e per la rinuncia al ricorso da parte dell’Italia. De Rossi potrà rientrare  in campo se gli azzurri approderanno alla finale.

Amburgo, 22 giugno 2006,  Italia – Repubblica Ceca 2-0

Italia: Buffon, Zambrotta, Cannavaro, Nesta (61esimo Materazzi), Grosso, Gattuso, Pirlo, Perrotta, Camoranesi (73esimo Barone), Totti, Gilardino  (60esimo Inzaghi).

Repubblica Ceca: Cech, Grygera, Kovac  (78esimo Heinz), Rozenhal, Jankulovski, Polak, Poborsky  (46esimo Stajner), Plasil, Nedved, Rosicky, Baros  (64esimo Jarolim)

Arbitro: Archundia (Mex)

Reti: 26esimo Materazzi, 87esimo Inzaghi

L’incontro è decisivo per passare il turno. L’Italia ha quattro punti in classifica, la Repubblica Ceca ne ha tre e presenta una squadra compatta e con alcuni ottimi elementi; tra essi, il portiere Cech del Chelsea, Jankulovski del Milan e Pavel Nedved della Juventus. Il biondo attaccante gioca una partita personale contro il suo compagno di club, il portiere italiano Buffon, scagliandogli contro, durante tutto il match, una serie di tiri insidiosi e pericolosi che il portiere azzurro neutralizza. Al 17esimo, Nesta termina il suo mondiale a causa di un infortunio. Lo sostituisce Materazzi che diventerà una sorta di uomo della provvidenza della Nazionale. Su un calcio d’angolo battuto da Totti, al 26esimo, è proprio il nuovo entrato che, di testa, sblocca il risultato. Al termine del primo tempo, viene espulso Polak per doppia ammonizione e la Repubblica Ceca rimane in dieci uomini. Durante un secondo tempo di sofferenza, con l’Italia che cerca il raddoppio ed i cechi che inseguono il pareggio, all’87esimo, Pirlo lancia Inzaghi, subentrato a Gilardino, che evita Cech e mette in rete il goal del definitivo 2-0. L’Italia vince il girone e, negli ottavi di finale, si appresta incontrare l’Australia. A far compagnia alla Nazionale italiana è il Ghana che, dopo aver sconfitto nella seconda partita del girone la Repubblica Ceca, batte anche gli Stati Uniti. Ai ghanesi tocca il compito più impegnativo di scontrarsi con i brasiliani.

Kaiserslautern, 26 giugno 2006, Italia – Australia 1-0

Italia: Buffon; Zambrotta, Cannavaro, Materazzi, Grosso; Gattuso, Pirlo, Perrotta; Del Piero (75esimo Totti); Toni (46esimo Barzagli), Gilardino (46esimo Iaquinta).

Australia: Schwarzer; Moore, Neill, Chipperfield; Sterjowski (82esimo Aloisi), Culina, Grella, Wilkshire, Bresciano; Cahill; Viduka. In panchina: Kalac, Covic, Popovic, Skoko, Kewell, Lazaridis, Beauchamp, Thompson, Kennedy, Milligan.

Arbitro: Luis Medina Cantalejo (Spagna)

Rete: 95esimoTotti (rig)

Una partita considerata abbordabile, se non addirittura facile, che si dimostra invece complicata e spigolosa per l’ottima impostazione di gioco data alla squadra australiana dal santone olandese Hidding, sempre desideroso di fare brutti scherzi all’Italia. Lippi, inizialmente, lascia fuori Totti e schiera Del Piero, Toni e Gilardino. Copione scontato: l’Italia attacca e crea occasioni e l’Australia si difende sperando di pescare il jolly nelle rare sortite in avanti. Al 50esimo l’arbitro espelle Materazzi per un fallo su Bresciano e la situazione si complica. La partita si avvia alla fine e i tempi supplementari sono sempre più probabili ma, durante il recupero, al 95esimo, Grosso si procura un rigore che Totti, senza alcun timore, realizza. Si apre la strada per i quarti di finale.

Il rigore di Francesco Totti contro l’Australia – Reuters

Amburgo, 30 giugno 2006 , Italia – Ucraina 3-0

Italia:Buffon; Zambrotta, Barzagli, Cannavaro, Grosso; Camoranesi (68esimoOddo), Pirlo (68esimo Barone), Gattuso (76esimo Zaccardo), Perrotta, Totti, Toni.

Ucraina: Shovkoskiy; Gusin, Rusol (45esimo Vaschuk), Svidervskiy (19esimo Vorobey), Nesmachiy; Gusev, Tymoschuk, Shelayev, Kalininchenko; Milewski (72′esimo Belik), Shevchenko.

Arbitro: De Bleeckere (Belgio)

Reti: Zambrotta (minuto 6), Toni (59esimo e 69esimo)

La partita si sblocca subito; al minuto 6, Totti libera di tacco Zambrotta che parte da tre quarti di campo, stringe verso il centro e tira un sinistro che si insacca alla sinistra di Shovkovsky.

Nella ripresa l’Ucraina si lancia e crea numerose occasioni, compreso un palo e un salvataggio di Zambrotta sulla linea. Al 59esimo, l’Italia raddoppia con Toni, che mette in rete di testa un preciso cross di Totti da sinistra. Al 24esimo Toni realizza il tre a zero spalancando per l’Italia le porte delle semifinali, dove incontrerà la Germania.

Dortmund, 4 luglio 2006, Germania  Italia 0 – 2

Germania: Lehmann; Friedrich, Mertesacker, Metzelder, Lahm; Schneider (83′ Odonkor), Kehl, Ballack, Borowski (73′ Schweinsteiger); Klose (111′ Neuville), Podolski. 

Italia: Buffon; Zambrotta, Cannavaro, Materazzi, Grosso; Camoranesi (91′ Iaquinta), Gattuso, Pirlo, Perrotta (104′ Del Piero); Totti; Toni (74′ Gilardino). 

Arbitro: Archundia (Messico) 

Reti: 118′ Grosso, 120′ Del Piero

Alla vigilia della partita, la stampa tedesca non ha dubbi sull’esito dell’incontro, certa com’è della vittoria della Nazionale tedesca, lanciata verso la finale di Berlino. La nostra squadra è dileggiata ricorrendo ai soliti stereotipi: la pizza, la mamma, ecc. I tedeschi sono sicuri: vincerà la Germania che andrà in finale riconquistando un titolo che manca dai mondiali di Italia ’90.

La Nazionale azzurra: una pizza da divorare ! Archivio Gazzetta dello Sport
 

Il Comitato organizzatore ha scelto come luogo della semifinale lo stadio di Dortmund, dove la Nazionale tedesca non ha mai subito sconfitte. Le gradinate dello stadio, gremito in ogni ordine di posto, appaiono come un’unica muraglia bianca. I tifosi italiani sono sommersi e sperduti nel mare del tifo germanico. La partita scorre con un certo equilibrio e con alcune occasioni da ambo le parti. Buffon respinge i tiri di Klose e Podolski; l’Italia risponde con Perrotta ma anche il portiere tedesco è molto attento. I tempi regolamentari si chiudono a reti bianche. Si va ai tempi supplementari e, come trentasei anni prima, a Mexico ’70, e 24 anni prima a Espana ’82, la partita si trasforma in un’esaltante vittoria per l’Italia ed ha il consueto epilogo negativo per la Germania.

Durante il primo tempo supplementare, Gilardino s’insinua sulla destra della difesa tedesca e colpisce un clamoroso palo interno; subito dopo, Zambrotta colpisce la parte alta della traversa. Lippi comprende di poter osare; ha una difesa impenetrabile, ottimamente orchestrata da Fabio Cannavaro, e decide di sostituire Perrotta con Del Piero. A inizio del primo tempo supplementare, è già entrato Iaquinta al posto di Camoranesi; gli azzurri sono ora schierati con un 4-2-4. Podolski ci spaventa scagliando un sinistro verso la porta italiana ma Buffon risponde d’istinto, deviando fuori il pallone. Al minuto 113esimo,il ricorso ai calci di rigore sembra l’unica soluzione possibile per designare la prima finalista. Calcio d’angolo per l’Italia; lo batte Del Piero; la difesa tedesca respinge sui piedi di Pirlo che lancia un pallone profondo, in area, per Fabio Grosso. Quest’ultimo tira di sinistro, senza pensarci due volte; il pallone prende una traiettoria sulla quale il portiere Lehmann non può arrivare e s’insacca in rete. Del Grosso si lancia in una corsa sfrenata, corre in pieno delirio e trance agonistica, urlando “..non ci credo, non ci credo…”

Su Sky sport, commentano Beppe Bergomi e Fabio Caressa. Quest’ultimo descrive l’azione e poi, al gol di Grosso, si lascia andare senza alcun freno; sembra un invasato:

“Palla tagliata, messa fuori, c’è Pirlo, Pirlo, Pirlo ancora, Pirlo di tacco…tiro…goool !!! goooool !! goooool !! Grosso !! Grosso !! gooool!! Gol di Grosso!! Gol di Grosso!! Gol di Grosso!! Manca un minuto, manca un minuto gol di Grosso!! Gol di Grosso!! Gol di Grosso!! Incredibile, incredibile siamo sopra e manca un minuto!! Siamo sopra e manca un minuto!! Gol di Grosso!!

L’intera nazione calcistica italiana è incredula, col cuore a mille. Mancano due minuti al termine della partita, la Germania si gioca le ultime speranze e attacca in massa. Cannavaro esce col pallone dall’area e lancia Gilardino che s’invola verso la porta avversaria; leggermente defilato dietro di lui, Del Piero lo insegue e aspetta il passaggio del compagno che, puntualmente, lo serve. Controllo, interno destro e palla in rete, alle spalle del portiere tedesco.

Con la voce ormai rauca, ancora Fabio Caressa e Beppe Bergomi:

Arriva il pallone, lo mette fuori Cannavaro! Poi ancora insiste Podolski…Cannavaro! Cannavaro! Via al contropiede con Totti, dentro il pallone per Gilardino…Gilardino la può tenere anche vicino alla bandierina, cerca l’uno contro uno, Gilardino, dentro Del Piero, Del Piero…Gol! Aleeeex Deeel Piero! Chiudete le valigie! Andiamo a Berlino! Andiamo a Berlino! Andiamo a prenderci la coppa! Andiamo a Berlino!…..Chiudiamo le valigie amici, Beppe…ce ne andiamo a Berlino, Beppe…andiamoci a prendere la Coppa…”

Bergomi: Andiamo a Berlino..!!!!

Seconda scena di delirio in campo e su tutto il territorio nazionale. Del Piero corre verso la tribuna dove esultano i tifosi italiani; tra di essi sua moglie. L’arbitro fischia tre volte; è  finita, l’Italia è in finale per la sesta volta.

Fabio Grosso dopo il gol – JASPER JUINEN: AP
 
Il gol di Del Piero – Copyright: EMPICS Sport
 
La tifosa tedesca che piange (Frame Sky)

Il giorno dopo, nella seconda semifinale, la Francia supera il Portogallo per 1-0, con un rigore scaturito da un fallo su Henry e trasformato da Zidane. La Nazionale d’oltralpe vuol bissare il successo del 1998; il suo allenatore è Raymond Domenech, tipico soggetto francese arrogante, supponente e antipatico ai suoi stessi tifosi. Non solo, anche il suo rapporto con i giornalisti francesi è pessimo, tranne che con Estelle Denis, giornalista del canale privato M6, nonché, fatto non trascurabile, sua compagna di vita. La Nazionale italiana ha ancora l’amaro in bocca della finale europea del 2000, allorchè fu raggiunta nei minuti di recupero e fu battuta con la follia, inventata dalla Fifa, del golden gol realizzato da Trezeguet, ora giocatore della Juventus. Ci sono tutte le premesse per un incontro ad alta tensione.

Berlino, 9 luglio 2006, Italia – Francia 1-1 d.t.s – 5-3 dopo i calci di rigore

Italia: Buffon, Zambrotta, Cannavaro, Materazzi, Grosso, Gattuso, Pirlo, Camoranesi (Del Piero), Perrotta (De Rossi), Totti (Iaquinta), Toni.

Francia: Barthez, Sagnol, Thuram, Gallas, Abidal, Vieira (Diarra), Makelele, Ribery (Trezeguet), Zidane, Malouda, Henry (Wiltord).

Reti: Zidane (minuto 7 su rigore), Materazzi (19esimo)

Calci di rigore: 1-0 Pirlo, 1-1 Wiltord, 2-1 Materazzi, Trezeguet fallito, 3-1 De Rossi, 3-2 Abidal, 4-2 Del Piero, 4-3 Sagnol, 5-3 Grosso

Le due squadre si ritrovano ancora una volta a distanza di otto e sei anni. Nel 1998, nei quarti di finale del mondiale di Francia, la Nazionale italiana è stata eliminata ai calci di rigore (il secco rumore, deng, dell’impatto sulla traversa del tiro di Di Biagio riecheggia ancora nelle orecchie dei tifosi italiani); nel 2000, durante la finale del Campionato europeo, la beffa è stata ancora più atroce, con l’Italia in vantaggio fino al 93esimo, raggiunta dal gol di Wiltord e superata dal golden gol di Trezeguet al 103esimo minuto.

L’inizio della partita è duro e falloso. Al settimo minuto Materazzi atterra in area Malouda: calcio di rigore e trasformazione di Zidane, col pallone che sbatte sotto la traversa e varca la linea di porta.

Ancora protagonista Materazzi che, al 19esimo, su calcio d’angolo battuto da Pirlo, di testa batte Barthez. Al 36’esimo è Toni a colpire la traversa, ma il tempo si chiude sull’1-1.

Nel secondo tempo, Henry e Ribery tengono in apprensione la difesa ed i tifosi azzurri con le loro folate offensive. Al 62esimo, Toni illude l’Italia con un gol di testa nato da un calcio di punizione di Grosso. L’arbitro annulla per fuorigioco. Il risultato non si sblocca fino al 90esimo e si giocano i tempi supplementari.

Al quinto minuto del secondo tempo supplementare, il punteggio è ancora fermo sull’1-1; si è appena conclusa un’azione di attacco della Francia. Le immagini televisive mostrano Materazzi e Zidane, l’uno vicino all’altro, che escono dall’area di rigore dell’Italia. Materazzi dice qualcosa al francese che lo supera e si allontana al piccolo trotto; improvvisamente, torna sui suoi passi e colpisce, in pieno petto, Marco Materazzi, che crolla a terra. L’arbitro decreta l’inevitabile espulsione del francese. Il numero 10 della Francia lascia il campo a capo chino, passando accanto alla Coppa del Mondo; non uno sguardo verso quest’ultima. E’ l’ultima scena da giocatore professionista di Zidane. Resterà indelebile, per sempre, nella memoria di tutti gli amanti e tifosi del gioco del calcio.

La testata di Zidane a Materazzi (Eurosport)
L’espulsione di Zidane (Il Giornale)

Terminano i tempi supplementari; il risultato è ancora in pareggio, non resta che la soluzione ai calci di rigore. Le precedenti esperienze, Italia ’90 contro l’Argentina, USA ’94 contro il Brasile e Francia ’98 contro la Francia, non inducono all’ottimismo ma Lippi è fiducioso, ostenta sicurezza e decide, rapidamente, l’ordine dei tiratori. La sua filosofia, a differenza del pensiero degli allenatori che preferiscono far tirare ai più bravi i tiri finali, è che i migliori tirino subito in maniera da portarsi in vantaggio. Quindi, sceglie Pirlo, che è uno specialista, Materazzi, preciso e freddo, De Rossi, che ha un tiro secco e Del Piero che ha una buona percentuale di realizzazioni dal dischetto. Il compito di tirare l’ultimo rigore lo assegna a Fabio Grosso; ha dimostrato di essere l’uomo degli ultimi minuti: ha propiziato, a fine partita, il rigore contro l’Australia e ha segnato il gol contro la Germania quasi al termine dei tempi supplementari: è lui che deve battere l’ultimo tiro! Pirlo, Wiltord, e Materazzi non falliscono; Trezeguet manda il suo tiro sotto la traversa (e per i tifosi italiani è la conferma che la legge del contrappasso, per il golden gol di sei anni prima, esiste!) e De Rossi porta il punteggio dei rigori sul 3 a 1. Abidal segna il 3-2, Del Piero il 4-2 e Sagnol il 4-3. Tocca a Fabio Grosso; in caso di gol, la partita è chiusa. E Grosso la chiude – Barthez si tuffa a destra e il pallone s’insacca alla sua sinistra. L’incubo dei rigori viene, finalmente, scacciato; la Nazionale italiana vince il Campionato del Mondo di calcio per la quarta volta.

Il rigore decisivo di Fabio Grosso (fanpage.it)
 
Il Capitano, Cannavaro, alza la Coppa (Archivio Corriere della Sera)
 

Dopo la partita, per lungo tempo, ci s’interrogherà su quei secondi di follia di Zinedine Zidane. Ecco, in seguito, la sua versione di ciò accadde quel 9 luglio del 2006: “Quel giorno mia madre è molto stanca. Ho mia sorella al telefono più volte durante il giorno. So che mia madre non sta bene, non è un problema serio, ma comunque mi preoccupa. Rimango ancora concentrato, ma queste sono cose che condizionano. La pressione, questo, quello. Materazzi in campo non nomina mia madre. Lui ha detto spesso che non ha insultato mia madre. È vero. Ma ha insultato mia sorella, che in quel momento era con mia madre. Su un campo di calcio non è la prima volta che volano insulti. Tutti parlano tra di loro, a volte male, ma tu non fai niente. Lì, quel giorno, accadde quello che accadde. Ha scatenato qualcosa parlando di mia sorella Lila. Il tempo di un secondo ed è finita… Ma dopo lo devi accettare. Non sono orgoglioso, ma fa parte del mio viaggio. A quel tempo ero più fragile. A volte è in momenti come questi che puoi fare qualcosa di sbagliato…”.

La versione di Materazzi: “Nel primo tempo supplementare, Zidane ha fatto quello spettacolare colpo di testa e Gattuso si è arrabbiato con me. Quindi ho detto -se lo faccio saltare di nuovo, quello mi ammazza-  Zidane mi è un po’ venuto addosso, si è aggrappato, e a quel punto mi ha detto “Se vuoi la mia maglietta te la do dopo”. Io gli ho detto: “Guarda, non voglio la tua maglietta ma preferisco quella p… di tua sorella”. Non pensavo sarebbe mai potuto arrivare a tutto questo.” –  https://www.fanpage.it/

Il 25 luglio, furono emesse le sentenze definitive per lo scandalo Calciopoli. La Juventus fu retrocessa in serie Bcon 9 punti di penalizzazione e revoca degli scudetti degli ultimi due anni. Fiorentina, Milan e Lazio furono punite con 30 punti di penalizzazione, per la stagione appena conclusa e, rispettivamente con 15, 8 e 3 di penalizzazione per il prossimo campionato. All’Inter fu assegnato lo scudetto2005-2006, mentre il titolo del campionato 2004-2005, revocato alla Juventus,  non fu assegnato. Ci furono, infine, radiazioni e inibizioni di anni per dirigenti calcistici, arbitrali e arbitri.

Nel ripensare alle emozioni vissute in quel periodo magico, tra il giugno ed il luglio 2006, non si può fare a meno di ricordare la gioia selvaggia e incontenibile a seguito dei gol di Grosso e Del Piero contro la Germania e l’esclamazione del telecronista della RAI, Marco Civoli, dopo l’ultimo rigore segnato da Fabio Grosso contro la Francia:

E’ finita! E’ finita! E’ finita! E’ finita! Il cielo è azzurro sopra Berlino! Siamo campioni del Mondo! Campioni del Mondo……. gioia, emozione, estasi raggiunta !

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