di Sergio Giuntini

Nata a Milano il 30 dicembre 1945 da un soprano e un tenore, educata in un collegio tedesco, Paola Pigni, spirito libero ed emancipato, ha rappresentato per molte donne – sportive e non – un modello di modernità e volontà vincenti. Un punto di riferimento, quando il cimentarsi sulle corse di resistenza pareva inadatto al cosiddetto “sesso debole”, quasi trasgressivo. Quando il potenziarsi aerobicamente nel fango-freddo-pioggia-neve delle campestri (nel suo carniere figurano anche tre vittorie nel “Cross delle Nazioni”, l’odierno campionato del mondo: 1970, ’73, ’74) o disputare la maratona (note sono le sue partecipazioni a quella di “San Silvestro” a Roma, che al meglio ultimò in 3h. 00’ 47”2) significava inoltrarsi in territori pressoché inesplorati, abbattere falsi e stantii pregiudizi fisiologici. Ma non solo, anche morali, culturali e sociali: a pochi giorni dal parto sfidò le convinzioni dominanti riprendendo subito a correre di buona lena.

Paoletta, dunque, fu tutto questo. Sconfisse tutti questi anacronismi, il maschilismo imperante, correndo: e nella Pigni dobbiamo perciò vedere, mentre il bel Paese si spaccava a metà su libertà di divorzio e aborto, una delle più fervide “femministe” dello sport. La fautrice, la “pasionaria” conseguente d’un reale e autentico riconoscimento di pari opportunità sportive.

Di lei si ricordano una medaglia di bronzo sui 1500 alle Olimpiadi di Monaco (1972), un record del mondo (4’12”4) sulla stessa distanza all’Arena di Milano (2 luglio 1969), un’infinità di titoli e record nazionali e, spaziando in lungo e in largo su tutto il fronte delle corse piane, questa messe di primati personali: 100 12”0 (1966); 200 24”7 (1966); 400 54”2 (1966); 800 2’02”0 (1975); 1500 4’02”9 (1972); 3000 8’56”6 (1973); 5000 15’53”6 (1969); 10.000 35’30”5 (1970).

Una grande donna la Pigni, che Gianni Brera nel 1968, con pochi tocchi giusti dei suoi, in un’occasione fissò in queste splendide righe: <<La voce di Paola è sicura ma dolce, per nulla affettata. La saluto contento di averla vista correre e di avere cenato con lei>>.

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