di Edoardo Petagna
Ultimamente, c’è stata un po’ di maretta in casa Napoli. Alcuni risultati non proprio brillanti, una sconfitta e due pareggi, il gioco non più fluido come lo scorso campionato e la necessaria e fisiologica tempistica per assimilare gli schemi del nuovo allenatore, Rudi Garcia, hanno portato nervosismo in campo e nello spogliatoio. L’episodio che ha comportato una reazione a catena, dai contorni anche grotteschi, è stato il calcio di rigore calciato malamente fuori da Osimhen a Bologna e, poco dopo, la sua sostituzione con Giovanni Simeone. Il nigeriano non l’ha presa bene, contestando platealmente la decisione dell’allenatore azzurro. Il campione non è tranquillo; il problema che lo attanaglia è il rinnovo del contratto, attorno al quale ruotano cifre di ingaggio milionarie, con una miriade di clausole da definire che richiederebbero stuoli di avvocati alla “Perry Mason”. Inoltre, le sirene della Premier League inglese gli sussurrano parole d’amore e lo lusingano. Si parla ancora di cifre milionarie, ma ancora più milionarie, al cui richiamo nessuno resisterebbe. Nel bel mezzo di questo clima, non proprio idilliaco, la Società Sportiva Calcio Napoli ha diffuso su Tik Tok un video, definito ironico, in cui si prende in giro Osimhen per il rigore sbagliato. Una presa in giro molto benevola, per sdrammatizzare ed esorcizzare l’accaduto. Così come per la sostituzione a Bologna, Osimhen ha mal digerito il video e, furioso come una iena tenuta a dieta per i valori alti del colesterolo e della glicemia, ha deciso di cancellare dai social tutte le foto con la maglia del Napoli ed ha preteso l’immediata rimozione del video; cosa che la Società si è affrettata ad eseguire. Il suo procuratore, anch’egli offeso da cotanto oltraggio, ha ipotizzato, addirittura, la possibilità di adire alle vie legali. Di seguito, ciò che ipse dixit, anzi, ipse scripsit, sui suoi canali social:
“Quanto accaduto oggi sul profilo ufficiale del Napoli sulla piattaforma Tik Tok non è accettabile. Un filmato che deride Victor, prima, è stato reso pubblico e poi, ma tardivamente, cancellato. Un fatto grave che crea un danno serissimo al giocatore e si somma al trattamento che il ragazzo sta subendo nell’ultimo periodo tra processi mediatici e fake news. Ci riserviamo la valutazione di intraprendere azioni legali ed ogni iniziativa a tutelare Osimhen.”
Travolto da questa slavina che si è trasformata in valanga, il Napoli ha diffuso un comunicato ufficiale, precisando che non era intenzione della Società offendere, dileggiare o deridere Osimhen.
“Il Calcio Napoli, onde evitare qualsivoglia strumentalizzazione sul tema, precisa di non avere mai voluto offendere o prendere in giro Victor Osimhen, patrimonio tecnico della società. A dimostrazione di ciò, durante il ritiro estivo, il Club ha fermamente respinto ogni offerta ricevuta per il trasferimento all’estero dell’attaccante. Rappresenta dato di esperienza comune il fatto che sui social, in particolare su Tik-tok, da sempre, il linguaggio espressivo viene realizzato con leggerezza e creatività, senza avere avuto, nel caso che ha visto protagonista Osimhen, alcuna intenzione di dileggio o di derisione. Comunque se Victor avesse percepito una qualsiasi offesa nei suoi confronti questa era estranea a qualsivoglia volontà della società”.
Victor è sembrato apprezzare e ha dato alla Società un segnale positivo della sua volontà di continuare a giocare con la maglia azzurra e di segnare gol in Campionato, cosa che è avvenuta, puntualmente, nelle partite successive a quella col Bologna, contro l’Udinese e contro il Lecce. C’è stato, però, un atteggiamento del giocatore che ha denotato il permanere di un covare dentro ed un malumore: dopo aver fatto gol, non ha esultato con l’entusiasmo e la foga precedente. I soliti ben informati, quelli che sanno anche il colore dei pedalini e dell’intimo del giocatore al difuori delle competizioni agonistiche, raccontano un episodio che potrebbe aver scatenato la contrarietà per il video su Tik-tok. Qualche settimana fa, Osimhen aveva comunicato al club la sua intenzione di realizzare un video per fine benefici per la sua Nigeria. Stranamente, il Napoli non glielo aveva permesso ed ora, invece, aveva pubblicato la clip senza nemmeno informarlo preventivamente.
Autorevoli giornalisti e commentatori calcistici, come Fabio Caressa, Luca Marchetti, Enrico Varriale hanno speso parole e frasi di sostegno e stima al giocatore, rassicurandolo sulla buona fede della Società Calcistica Calcio Napoli. E i tifosi napoletani ? Sugli spalti del Maradona nel corso della partita con l’Udinese è apparso uno striscione che così recitava:
Oltre ogni singolo comportamento il rispetto per la maglia resta il primo COMANDAMENTO
Ogni commento circa il suo significato appare superfluo.
Tutto finito ? Non proprio; il caso Osimhen è sconfinato nell’internazionalità di una possibile querelle diplomatica. In Nigeria, la vicenda ha fatto scalpore e persino il governo è intervenuto. Il ministro dello Sport, il senatore John Owan Enoh, ha ritenuto opportuno … realizzare un video Tik-Tok ? … no, scrivere un comunicato:
“Parleremo con Osimhen per stabilire bene i fatti. Sono anche in contatto con il ministro degli Affari Esteri e con l ’ ambasciatore della Nigeria a Roma; stiamo utilizzando le vie diplomatiche per approfondire la questione. Ci impegniamo a garantire che i nostri sportivi non siano esposti a discriminazioni e prese in giro sleali che potrebbero essere dannose per la loro carriera.”
Fin qui, ad oggi, i fatti.
Tornando indietro di qualche decennio, questa disputa mi ha riportato ai tempi in cui c’erano i cosiddetti calciatori bandiera e ai medesimi tempi quando, a scuola, i professori, i presidi svolgevano la loro funzione educativa. Osimhen ha, sicuramente, dato un grosso contributo alla vittoria dello scudetto del Napoli ma non sarà un calciatore bandiera, specie ormai estinta. E’ alla sua terza stagione coi partenopei ma non ci resterà a vita e sarà ricordato negli anni a venire come Careca, Higuain, Lavezzi, Cavani, ossia giocatori che per alcuni anni hanno giocato a Napoli e poi si sono trasferiti verso lidi più remunerativi. Non cito Maradona perché Maradona, per la squadra e la città di Napoli, è stato ed è un giocatore unico e particolare. Calciatori come Mazzola, Rivera, Gigi Riva, Del Piero, Totti che hanno militato in un’unica squadra ed il loro nome è indissolubilmente legata ad essa, loro si che sono stati calciatori bandiera. Gigi Riva fu, per anni, corteggiato dall’Inter e dalla Juventus ma non pensò mai di trasferirsi dalla Sardegna e da Cagliari, dove vinse, nel 1970, un fantastico ed unico scudetto.
Sul sito https://www.juventusnews24.com/, è riportato un aneddoto che Riva rivelò ai microfoni di Cuore Rossoblu.
“Agnelli mi voleva, ma quello che non mollava proprio mai era Boniperti. Mi chiamava ogni anno. Partiva da lontano col discorso, ma poi arrivava sempre lì, alla Juve. E ogni volta gli ho risposto cortesemente di no. Per amore di questa terra, come è noto. Poi anche per orgoglio, quando giocavo ho sempre difeso la mia scelta, ma ovviamente qualche dubbio per la testa ti passava….Un giorno, qualche anno fa, in un aeroporto, incontro qualcuno della Juve che mi dice: ‘Gigi, chiamiamo insieme Boniperti e gli facciamo gli auguri?’. Ora, se c’è una persona che stimo, nel mondo del calcio, è proprio Boniperti. E quindi rispondo: ‘Certo!’. Così prendo la linea io e per un effetto sorpresa faccio: ‘Sono Gigi Riva!’. Sento dall’altra parte del telefono che lui c’è. Ma non dice nulla. Gli faccio: ‘Mi senti Giampiero?’. ‘Ti sento, ti sento Gigi’. E fa una pausa. Allora gli chiedo: ‘Tutto bene?’. E lui, serissimo: ‘Bene, sì. Ma non sarei sincero se non ti dicessi che io questa telefonata da te l’aspettavo 50 anni fa’.”
Uomini di altra tempra ed altro stile !
All’ultimo anno di liceo, a seguito di comportamenti poco appropriati, il Preside formulò una nota sul Registro di classe che recitava pressappoco così:
“Trovo la classe in un non motivato stato di euforia; mi rendo conto che gli alunni non hanno il senso del ridicolo.”
La lesse ad alta voce e ce la spiegò:
“Dimostrate di avere poco cervello ma, soprattutto, di non avere il senso del ridicolo perché, se lo aveste, vi rendereste conto di quanto siate ridicoli, e non terreste un simile comportamento. Quest’anno sosterrete l’esame di maturità; probabilmente, lo supererete, ma sappiate che non siete ancora pronti per la vita; per quella che vi attende fuori di qui, dove, realmente dovrete dimostrare al mondo e a voi stessi quanto valete !”
Non avere il senso del ridicolo e lasciarsi andare a manifestazioni eccessive e immotivate.
Ho fondati sospetti che il ministro dello Sport della Nigeria, il senatore John Owan Enoh, non abbia il senso del ridicolo !
Napoli è la patria dello sfottò, dello sfruculiamento; è la patria di Eduardo De Filippo che, nel film L’oro di Napoli, interpretò Il Professore, don Ersilio Miccio, un musicista che riceveva a casa sua i vicini di rione “vendendogli saggezza”. Gli abitanti della zona avevano un problema in comune: il Duca Alfonso Maria di Sant’Agata dei Fornari, circolava e spadroneggiava con la sua automobile in malo modo, in spregio alle regole di convivenza. Come intervenire ? Il Professore propose di colpirlo con qualcosa che lo avrebbe lasciato annichilito: ‘o pernacchio!
Don Ersilio spiegò la differenza tra pernacchia e pernacchio; la pernacchia, è una forma decadente e di scarsa qualità, un parente povero del grande pernacchio che è la vera arma letale. La pernacchia la può fare chiunque, il pernacchio solo in quattro in tutta Napoli e, quindi, nel mondo. Esiste poi ‘o pernacchio di petto e quello di testa; per essere ancora più incisivi occorre fonderli. Il Professore diede una piccola dimostrazione di come fare, invitò gli abitanti del rione ad allenarsi e poi lasciò a loro il compito di colpire !
E allora, la conclusione della vicenda potrebbe essere un appostamento dinanzi al Ministero dello Sport della Repubblica della Nigeria, scagliando contro il ministro John Owan Enoh l’arma letale del Professore, don Ersilio Miccio….’o pernacchio !!