di Furio Fusi
Era il Settembre del 1970, stavano per iniziare le Universiadi di Torino ed il giornale “Il Borghese” uscì con un articolo in seconda pagina di feroci critiche verso Primo Nebiolo.
Il titolo era una “N” circondata da una corona di alloro perché Nebiolo veniva paragonato al Piccolo Napoleone anche per ricordare la sua statura non proprio alta ed il vezzo di usare scarpe con il tacco.
Io divertito e concorde con i contenuti critici del pezzo, prima di andare a Torino feci centinaia di fotocopie di questo articolo, approfittando della disponibilità di una fotocopiatrice negli uffici milanesi della mia squadra ovvero la “Lilion SNIA Varedo”. L’intenzione da giovane irriverente sessantottino, era quella di fare volantinaggio durante le Universiadi.
L’occasione mi si prospettò durante il record del mondo del salto in lungo della teutonica Rosendhal con 6,84.
Il nostro Presidente, in completo bianco come di solito usava indossare, non poteva perdere l’occasione di essere presente in pedana e farsi immortalare con la saltatrice tedesca. Fu quello il momento in cui la mia irriverenza goliardica prese il sopravvento e poi eravamo o no in un contesto Universitario?
La pedana del lungo era posizionata proprio sotto la tribuna centrale ed io da quella, incominciai a chiamare a viva voce il Presidente di bianco vestito appellandolo con il nome di gelataio e continuai, per attirare la sua attenzione, urlando ripetutamente:
GELATI, GELATI, tra le risate degli spettatori tutti che avevano colto la mia dissacrante ironia verso Nebiolo.
Non contento di questo, scattò l’idea di aggiungere una ciliegina sulla torta lanciando dall’alto della tribuna le centinaia di fotocopie dell’articolo de “Il Borghese” che, come per incanto, uscirono dalla mia sacca sportiva e volarono sugli spalti tra la gente.
Nessuna reazione da parte di Primo nonostante il suo carattere da “prima donna” e tanto più nessuna ritorsione, ammenda o reprimenda neppure dopo.
Mi sono comunque chiesto in questi anni, nei quali, passando da una fase critica sull’operato di Nebiolo ad una rivalutazione ed apprezzamento per quanto da lui fatto per l’atletica Leggera Italiana, quanti altri presidenti avrebbero accettato questo smacco pubblico senza colpo ferire e, poi, proprio nella sua Torino durante un evento mondiale.
Avercene di Nebiolo anche se la sua presenza è stata elemento di evidente fastidio, se non di mala sopportazione, da chi ha digerito il confronto sia pur a distanza di molti lustri.
Alcuni fedeli e sinceri collaboratori che con lui hanno condiviso con difficoltà gioie e successi hanno invece continuato rispettosamente a coltivarne la memoria.
Io invece, con queste righe ho deciso di fare un doveroso mea culpa per le mie continue critiche a lui fatte nel passato, scherni compresi, ed una revisione della sua statura per tutto quello che Primo ha significato per il movimento.
GRAZIE PRIMO, come gli dissi personalmente con pudore una sera del 1986, incontrandolo casualmente ad un posteggio di taxi in piazza Diaz a Milano alle spalle del mio ufficio.
https://www.cusi.it/wp-content/uploads/ALLEGATIPDF/Sport%20Universitario%20-%20Ottobre%201970.pdf
Foto da Archivio Fidal