Nel 1972 Milano fu invasa, per la prima volta, da 3500 corridori e da tanti altri appassionati, per la prima edizione della gara su strada per eccellenza: la Stramilano. Un gruppo di amici appassionati di montagna e affratellati dall’appartenenza allo storico Gruppo Alpinistico Fior di Roccia (nato nel 1926 in Porta Ticinese e che oggi ha la sua sede nelle mura dell’Arena Civica di Milano) si è scatenato presso le autorità cittadine per organizzare un evento che, negli anni, è divenuto un fiore all’occhiello per Milano guadagnandosi il consenso dei cittadini di ogni generazione. Renato Cepparo, Camillo Onesti, Francesco Alzati, Luigi Mauri, Aldo Gelosa e Michele Mesto videro lontano riuscendo, spesso tra mille fatiche burocratiche (e pure fisiche!), a offrire ai cittadini ogni anno una giornata di festa vissuta con la semplicità di chi coglie nell’attività fisica e sportiva l’obiettivo primario: il divertimento (Sport= diporto= divertimento). Poi nel 1976 la corsa fu ufficialmente aperta anche ai professionisti ma mai sono stati dimenticati i valori storici all’insegna della pura partecipazione e dello sport per tutti di cui Stramilano è stata ed è paladina orgogliosa.

Ci è piaciuto molto rileggere l’articolo, che vi proponiamo, di Attilio Monetti sulle pagine di Atletica Leggera di maggio 1973 dedicato alla seconda edizione della Stramilano, sempre in notturna. Un quadro della manifestazione davvero predittivo! Oggi infatti, nella 50ma edizione della gara meneghina, massimo impegno per Aldo Gelosa, Michele Mesto e Andrea Alzati  nel contenere l’entusiasmo dilagante dei cittadini milanesi. Evviva. (G.C.)

Da Atletica Leggera n. 162 di maggio 1973

di Attilio Monetti

Alla vigilia della Stramilano, attorno ad un tavolo, si fanno le ore piccole tirando le somme e scervellandoci sul come dare la partenza a quella grande folla di 10.000 persone! Per fortuna è stato risolto il problema dei pettorali. Nessuna ditta specializzata si era impegnata a consegnarceli in tempo e chiedevano qualcosa come 800 lire a pezzo. Così le 25 volenterose che si sono prestate per venti giorni a segregarsi in una cantina a cucire, stampare, ritagliare, meritano più che un ringraziamento, sono riuscite in un’impresa quasi disperata. Un bel sospirone di sollievo. Ma siamo sicuri di non aver dimenticato niente? Vediamo un po’.  Circa 10.000 brioches e focacce, ettolitri di the, acqua minerale e non, aranciate, bibite in genere, 15 q.li di frutta, chili e chili di zucchero, cassette di limoni. Speriamo che bastino!

Loretta Goggi fa da madrina.

Ma come farà tutta quella gente, convenuta all’Arena,  a defluire per una porta larga 5 metri? E’ una bolgia. C’è chi strepita per avere un pettorale e non vuole credere che sono finiti. Qualcuno ne fa mercato nero. Molti sono entusiasti solo per il fatto di avere un numero puntato sul petto.

C’è chi insiste per il pettorale. Gli viene risposto che può sempre fare il giro di Milano a piedi lo stesso, nella completa libertà tutti i giorni. Ma no, con il pettorale è un’altra cosa, così si ha una scusa.

Ma il buon Dio ci ha fatto forse con dei numeri sul petto, mica dobbiamo avere la targa perbacco! Ma è fiato sprecato, nessuno vuole rendersene conto. C’è chi offre 20.000 lire per un numero valido (ne esistono delle imitazioni).

Arriva il sindaco (ndr Aldo Aniasi) col numero 1, fa un po’ di passerella poi elegantemente aggira l’ostacolo donando il prezioso contrassegno ad un “martinitt”.

Alle 21 l’Arena è scossa da un fremito. Le 10.000 persone prendono la strada verso Piazza Maciachini, altrettanti non iscritti li seguono.

Nello Stadio comincia lo spettacolo di attesa con bande, majorettes e canzoni. Ci vogliono più di 20 minuti più di 20 minuti perché gli ultimi concorrenti lascino l’Arena, i primi Intanto sono già alla stazione centrale.

La lunga processione ha ormai invaso le strade. Le auto sono annullate. La folla si fa sempre più traboccante e donerà maggiore successo alla Stramilano. I milanesi hanno capito.

Da Atletica Leggera maggio 1973

In Piazza Napoli i concorrenti devono procedere in fila indiana tanta è la ressa. Molti al rifornimento si fermano, una bevuta, un riposino poi via. Solo il primo migliaio non ha avuto bisogno di rifocillarsi. Lo spettacolo continua. Famiglie con bambini, con il cane, con il nonno, casalinghe, impiegati, dirigenti, studenti, operai macinano metri e metri con la mira di non mollare. Il desiderio di finire regolarmente la prova entro le 5 ore per fare i 22 km inorgoglisce tutti. L’indomani moltissimi imprecheranno contro loro stessi. Anche due ciechi arriveranno alla porta Trionfale dello stadio Napoleonico. Un concorrente è scoperto sulla filovia. Nella foga si era tolto il numero, viene solo ammonito. Altri prendono strade sbagliate, allungano il percorso. Dei commilitoni si ritrovano dopo anni. Gli studenti camminano a fianco dei professori ed hanno fiato per chiedere clemenza per l’interrogazione del giorno dopo. Molti bar sono ricolmi di concorrenti. I negozi rimangono aperti.

La grande notte milanese è in pieno svolgimento. Davanti ai concorrenti, su un tram giallo, le note figure milanesi del Meneghin e la Cecca fanno strada.

In Piazzale Lodi due automobilisti si accoltellano per motivi di precedenza. Non passerà nessuno fino dopo mezzanotte.

I primi arrivano all’Arena, mentre gli ultimi sono quasi in piazzale Loreto: 20 km di fila, di concorrenti, di camminatori, di Stramilano.

All’Arena interroghiamo alcuni arrivati:

  • Perché ha fatto questa camminata?
  • Per stare meglio, bisogna muoversi.
  • Non me lo chieda.
  • Per accompagnare mio marito, non esce mai solo.
  • Non potevo dire no al capo ufficio.
  • Sono un vecio alpin, cosa vol?
  • L’importante è partecipare.
  • Per allenarmi alla Torino-Saint Vincent di 96 km.

Queste alcune delle risposte. Gli infermieri all’Arena hanno un bel daffare: una iniezione dopo l’altra, cardiotonici, problemi di pressione, battiti, vesciche, digestioni. Non importa, la vittoria sta nell’essere arrivati. Ora succeda quel che deve succedere, che importanza ha?

I padri si sono uniti ai figli, nuovi dialoghi si sono iniziati. La Stramilano ha anche questi poteri. L’assessore Ferrari ci promette che per ottobre la circonvallazione interna verrà chiusa al traffico per fare la marcia dell’Amicizia. La televisione snobba tutti adducendo una non convincente giustificazione.

Alle due di notte iniziamo il percorso in senso inverso della Stramilano e troviamo ancora gente sul percorso, qualcuno sdraiato sulle panchine, altri seduti sul bordo del marciapiedi. L’indomani La stampa riempirà intere pagine. Mai meeting od incontro di atletica ha destato tanto interesse. Cosa vuol dire dunque tutto ciò? L’organizzazione della terza Stramilano è già partita. Al momento manca solo un piazzale per far partire oltre 20.000 persone. L’anno prossimo le diecimila di quest’anno faranno ridere. Si partirà da Piazza del Duomo?

Non ha molta importanza. Importante è che la gente trovi il gusto per lo sport disinteressato, per il moto. La Stramilano e la Marcialonga lo hanno dimostrato. Siamo testimoni di un movimento, di un interesse che non può non avere un seguito. Occorre che lo sport dell’andare a piedi trovi le sue giuste rispondenze. Occorre che questa realtà si rafforzi e sopravviva il più a lungo possibile.

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