di Raffaele Ciccarelli

Il calcio moderno si ritrova immerso in un mondo tecnologico, tanto che a volte, davanti al televisore o a qualsiasi altro congegno trasmetta le immagini della partita, si fa quasi fatica a capire se si sta guardando un match vero o uno virtuale, da videogioco. Questa situazione fa sembrare estremamente lontano, quasi preistoria, quello che invece gli incanutiti come chi scrive hanno vissuto dall’avvento della televisione: immagini sgranate, rigorosamente in bianco e nero, nessuna diretta, partite che iniziavano canonicamente tutte alla stessa ora. Poche trasmissioni televisive, tra queste la più importante, e longeva, fu la Domenica Sportiva, che accompagnava le domeniche calcistiche degli italiani già dal 1953 e, tra le varie cose, già nel 1965 introdusse la moviola, congegno benedetto o infernale a seconda delle interpretazioni, inizialmente presentato da Enzo Tortora per analizzare al rallentatore gesti tecnici e situazioni tattiche dell’epoca. Ci siamo soffermati su quest’antefatto perché imprescindibile nel dover raccontare quello che è stato Carlo Sassi. Egli fu un giornalista della Rai, che da giovane aveva iniziato anche una carriera agonistica nel calcio, ma non andando oltre la Serie C e poi rinunciandovi per dedicarsi allo studio e al lavoro, e infine entrando in Rai nel 1960 passando subito al programma sportivo domenicale. Presentatore era, come scritto, Tortora, Carlo Sassi, insieme a Heron Vitaletti, si occupava appunto della moviola usata per motivi tecnici, fino al 22 ottobre 1967. Quella domenica era in programma il derby di Milano che, anche se la stagione era solo all’inizio, si giocava la quinta giornata d’andata, aveva già la sua importanza per la classifica, essendo le due squadre candidate alla vittoria finale. Quel match fu molto equilibrato, sbloccato dai nerazzurri con una rete del peruviano ex rossonero Victor Benitez, pareggiata a un quarto d’ora dal termine da Gianni Rivera, con una pregevole conclusione del Golden Boy che picchiò sotto la traversa e poi ricadde in campo. Fin qui tutto abbastanza regolare, ma nell’evidenziare il gesto tecnico del pareggio di Rivera, una nuvoletta bianca che si sollevava dopo l’impatto del pallone con la traversa e il conseguente rimbalzo, fece intuire che l’arbitro Alessandro D’Agostini di Roma, quel giorno, aveva convalidato il classico gol fantasma, che il pallone non era entrato tutto in porta, quindi il gol non valido. Fu quella la svolta, poi portata avanti da Carlo Sassi, con l’utilizzo della moviola per i casi arbitrali controversi, sviscerati dal Nostro fino, in pratica, al 2001. Da quell’intuizione, che ha contribuito ad alimentare dibattiti infiniti intorno al pallone, si sono poi avuti gli sviluppi ulteriori, fino all’attuale Var, che in certi casi chiarisce poco, come poco chiariva la moviola, ma rimane una geniale intuizione di un personaggio, Carlo Sassi, che in questo modo ha potuto scrivere il proprio nome nei libri di storia del calcio e del giornalismo sportivo italiano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *